24/02/1955 – 05/10/2011
La notizia ha fatto il giro del mondo. Ha toccato tutti, ha commosso alcuni, ha lasciato indifferenti forse tante persone. In un momento storico in cui molte cose stanno cambiando in questo mondo e in cui, soprattutto in Italia, viviamo una crisi economica forse senza precedenti, la notizia della morte di Steve Jobs pone di fatto fine ad un’epoca nel mondo informatico e della tecnologia. Almeno per come ce l’hanno sempre venduta Steve Jobs e la sua Apple.
Io non sono un fan dei prodotti Apple. Non lo sono mai stato e mai lo sarò. Troppo codice chiuso, troppe cose poco chiare nello sviluppo dei suoi prodotti, ma è innegabile il grande merito di questo uomo, soprattutto per la sua storia. Una storia fatta di grandi intuizioni e di grandi meriti. Ha portato uno smartphone in mano a tutta “la gente comune”, togliendo di fatto questo “gadget” dalle mani esclusive dell’elite ricca. I tablet poi sono, secondo me, la sua più grande e geniale idea. Un’idea rivoluzionaria a cui nessuno aveva pensato ma che ha reso molto più immediato l’utilizzo di un prodotto più o meno simile a un pc, anche per persone con una scarsa informatizzazione. Ha proposto i “lustrini” a prodotti che prima della sua era erano grigi prodotti di plastica. Ma che facevano (e fanno tutt’ora) le medesime cose dei prodotti Apple. Ma vallo a spiegare ai milioni di seguaci di Apple che sono contenti di spendere il doppio per avere prodotti che non aggiungono molto a livello di “sostanza”, ma “luccicano” tanto a differenza degli altri. Non critico il bello sia chiaro, critico il fatto di voler far sembrare sempre e comunque la scelta Apple come la migliore. È questo soprattutto da parte degli utenti Apple.
La storia dei primi anni imprenditoriali di Steve Jobs è quella più importante secondo me. L’invenzione del pc per come la intendiamo noi passa dalla sua visione tecnologica dei primi anni 80. Anni in cui proprio grazie alla sua idea iniziò l’informatizzazione di massa degli Stati Uniti e da lì poi si espanse a tutto il mondo. Gli altri seguirono a ruota, Bill Gates in primis. Quest’ultimo ha vinto la gara delle vendite, ma non è mai stato in grado di raggiungere l’eccellenza dei prodotti Apple (almeno in ambito informatico). L’acquisizione di Pixar con cui è entrato nel mondo dell’animazione digitale, le quote di maggioranza in Disney per entrare anche in quello del cinema “classico”, sono diversificazioni che danno la dimostrazione dell’acume di questo grande imprenditore e della sua visione lungimirante del futuro.
Ci resteranno tutte queste cose “terrene”, ma ci resterà soprattutto l’immagine di una persona in grado di cambiare il mondo con le idee. Un self-made man che nel bene e nel male ha cambiato la storia e il modo di vivere degli ultimi 30 anni con la sua immaginazione e la grande voglia di stupire. Per un attimo lasciamo da parte tutte le inutili “guerre di religione” che da sempre animano il mondo dell’informatica (soprattutto negli Stati Uniti) e lasciamo che questo grande uomo ci insegni un’ultima cosa. Think different.