Come già avevo fatto un’altra volta vi voglio riportare l’editoriale completo che Gramellini sulla Stampa. Adoro questo giornalista che con poche semplici parole riesce perfettamente ad inquadrare il fatto del giorno… e oggi si parla di… ma che ve lo dico a fare!
“Mi sento come il passeggero dell’aereo più pazzo del mondo che, mentre l’apparecchio precipita, scosta la tenda della cabina di pilotaggio e scopre che il comandante e le hostess stanno gozzovigliando. Aiuto, fatemi scendere. C’è ancora un paracadute o se lo è portato via Giuanin, nome in codice del peruviano delegato dal Lavitola al ritiro delle bustarelle per i bisognosi? Un paracadute, per favore. Non per me. Per il comandante. Perché le prese in giro, le indignazioni, i severi moniti non bastano più. Qui bisogna costringere il vecchio pilota a mollare la cloche. Non è detto che ci si salvi. Ma con questo si va a sbattere di sicuro. All’atterraggio elettorale mancano ancora diciotto mesi e così non ci arriveremo mai vivi.
Cosa posso fare per convincerla, signor comandante? Scrivere tutti i giorni lo stesso articolo – vattene vattene vattene – fino a quando non se ne va? Ma tanto non se ne va. Augurarmi che lo spread coi titoli tedeschi salga a 500, 5000, 50.000, così saranno i mercati a intimarle lo sfratto? Sarebbe autolesionista. Sperare in una serrata dei Capi di Stato esteri nei suoi confronti: niente Italia al G8 finché a rappresentarla c’è l’amico di Giuanin? Che il destino risparmi al mio Paese questa umiliazione. Confidare nelle dimissioni in blocco di una cinquantina di parlamentari scelti e pagati da lei…? Ecco, mi sono già risposto da solo. Non resta che provare a stimolarla sull’unica materia che, mi dicono, le interessi più della ….: i libri di storia. Se mira ancora a entrarci, Cavaliere, si sbrighi a uscire.”